Furono i genovesi ad introdurre la coltura della vite in Corsica, nel 16° secolo. Oggi sono coltivati 2.600 ettari, quasi sempre su terreni granitici, oltre a qualche zona a nord est scistosa.
Qui possono essere utilizzati una quarantina di vitigni !
Non molto tempo fa, i vini corsi erano giudicati rustici se non volgari. Ma in questi ultimi venti anni, l'estirpazione dei vigneti peggiori, e sforzi qualitativi sui metodi viticolturali e di vinificazione hanno contribuito ad un notevole miglioramento della reputazione vinicola dell'isola.
I vini corsi che provengono da terreni poveri a dominante silicea, sono originali e possono rivelarsi eccellenti. Deliziosi nella loro giovinezza, hanno comunque la possibilità di invecchiare bene, assumendo un delicato bouquet.
I bianchi, prodotti con vermentino (detto anche malvasia o malvasia corsa), e con ugni blanc, spesso secchi, possiedono molta finezza e profumo; alcuni ricordano l'Hermitage.
In una diversa categoria, il muscat dà dei vini famosi del Cap Corse.
I rossi hanno un notevole profumo. Sono quasi sempre possenti, ma possiedono una perticolare finezza. Alcuni si avvicinano molto ai Côtes du Rhône, ed in particolare allo Châteauneuf-du-Pape.
I rosati, squisiti, sono fruttati, con un caldo sapore sia pepato che affumicato. Due vitigni neri sono particolarmente importanti :
•l'autoctono sciaccarello ("croccante sotto ai denti"), poco colorato ma profumato, speziato e vivace, dotato di un'acidità che lo rende adatto all'invecchiamento, è alla base dei più tipici vini rossi corsi, ma va bevuto relativamente fresco (da 12 a 14°C);
•il niellucio, conosciuto in Italia come sangiovese. Grasso e fruttato, più colorato (niellu significa scuro) e più tannico dello sciaccarello, richiede invecchiamento.
Si trova ancora talvolta dell'aleatico, del barbarossa, del carcajolo, del codivarta, e l'elegante è il nome locale del grenache.
Ajaccio - L'area della denominazione, detta Coteaux d'Ajaccio fino al 1984, si estende dal golfo di Porto ai confini di Sartanais, ma i vigneti più numerosi si trovano sulle pendici granitiche che strapiombano sul golfo di Ajaccio e lungo i torrenti che vi si gettano. La resa di base è limitata a 45 hl/ha.
Patrimonio - Il territorio della denominazione occupa 200 ha sulle colline di Saint-Florent. L'uso restrittivo dei vitigni, la resa di base limitata a 50 hl/ha, ed i terreni calcarei ben esposti al sole al tramonto sui fianchi della Conca d'Oro, spiegano in parte la qualità di questa denominazione.
Vin de Corse o Corse - Un decreto del 2 aprile 1976 accorda la denominazione a 2.400 ha di una sessantina di comuni, che producono 70.000 hl rossi e 7.000 hl bianchi.
Questa denominazione può essere prodotta su tutti i territori dell'isola classificati in AOC, ad eccezione di Patrimonio. La sua produzione proviene tuttavia, essenzialmente, dalle alture che sovrastano la pianura orientale e dalla media valle di Golo, nel paese di Corte.