ISRAELE

Circa 3.000 ettari producono 350.000 ettolitri, dei quali i 3/4 sono dovuti ad una cooperativa.

Le uve impiegate sono l'indigeno dabuki, il carignan, l'alicante, il grenache, il sémillon, il muscat. Ed, in aumento, il colombard, il sauvignon, ed il cabernet sauvignon.

Questa diversità permette ad Israele di produrre diversi tipi di vini, compresi degli spumanti con metodo champenoise. Ma soprattutto dei rossi e bianchi polposi e dolci da muscat doré, ed un vino dolce tipo Tokay. I vini secchi sono in progresso. I rossi israeliani si ispirano a quelli californiani. I migliori vini di Carmel sono buoni, soprattutto il Cabernet sauvignon Special Reserve.

Dopo che gli Ebrei avevano lasciato l'Egitto e si erano avvicinati a Canaan, Mosè spedì dodici spie lungo il fiume per esplorare la Terra Promessa. Quando loro ritornarono al loro accampamento a mettere al corrente Mosè, solamente Joshua e Caleb erano favorevoli ad andare nella nuova terra. Le altre spie comunque, non erano particolarmente entusiaste  di ciò che avevano trovato,ed a causa di ciò, gli israeliti cominciarono la loro migrazione verso il Sinai dopo circa 40 anni. Comunque due delle spie erano fortunatamente ritornate, con un grappolo d'uva e, secondo la tradizione, quei grappoli d'uva produssero abbastanza vino per i quaranta anni che il popolo visse nella regione selvaggia. Nessuno oggi sa che sapore avesse quel vino. E' comunque, abbastanza plausibile che fosse terribile.

Nel 1870, quando la produzione di vino cominciò di nuovo, grazie all'aiuto del Barone Edmond Rothschild, non tutto andò agevolmente, e la maggior parte del vino che veniva prodotto, era rosso, dolce, non sofisticato e poco gradevole. Nel 1875, per esempio, il nome del Primo Ministro inglese Beniamino Disraeli venne dato ad una bottiglia di vino rosso Kosher della Palestina. Dopo averne bevuti alcuni sorsi, Disraeli osservò, che non aveva mai assaggiato un vino così, ma sempre meglio di quello che si sarebbe aspettato di ricevere dal suo dottore come rimedio per una cattiva tosse invernale. Israele patì scusabilmente. Negli anni sessanta, Israele patì di una cattiva reputazione, per produrre vini troppo dolci e troppo comuni per essere graditi da bevitori esperti.

Alcuni pensano che la domanda di vini più sofisticati all'interno di Israele, occorse perché sempre più israeliani viaggiavano all'estero, specialmente in Europa, e comprendevano che il vino molto più che un mero valore cerimoniale. E' probabile comunque, che gli israeliani cominciarono ad esigere vini migliori, quando vennero esposti i vini del Stabilimento vinicolo di Golan Heights, che aprì nel 1983. Slegato sia da tradizioni vinicole antiquate che da una grande, qualche volta dura da muovere, struttura sociale, il giovane stabilimento vinicolo importò una buona scorta di viti dalla California, costruì un stabilimento per la lavorazione del vino all'avanguardia, ed aggiunse a ciò l'entusiasmo e le conoscenze di un giovane enologo americano che era stato addestrato all'Università di California a Davis.

Ugualmente importante, lo stabilimento vinicolo di Golan cominciò ad incoraggiare i proprietari viticoli per migliorare la qualità dei loro vigneti e, nella tradizione americana, concedendo bonus per uve con tenore zuccherino alto e contenuto di acidità e respingendo quelle uve che non avevano i requisiti richiesti. 

Molti altri stabilimenti vinicoli hanno fatto passi notevoli nel migliorare la qualità dei loro vini. Ci sono ora sei maggiori stabilimenti vinicoli di ed una rapida crescita nel paese di boutique del vino, molte delle quali stanno producendo vini che sono di alta qualità ed alcuni produttori di vini buoni abbastanza per interessare dovunque conoscitori ed amatori di vino nel mondo.