L'Argentina, se considerata come paese produttore di vino, rappresenta un paradosso. Nonostante il paese sia attualmente il quinto produttore al mondo e il consumo pro capite annuo è di circa 40 litri, collocandosi all'ottavo posto nel mondo, fattori che fanno giustamente pensare al vino come un prodotto importante e primario del paese, in realtà la qualità della maggioranza dei vini, in termini generali, è piuttosto deludente. Se a questo scenario si aggiunge anche il fatto che l'Argentina possiede delle potenzialità enormi in campo enologico e si trova in una posizione geografica molto favorevole, non può che non lasciare perplessi.
Sia pure in diminuzione da 15 anni, la superficie viticola argentina occupa circa 200.000 ha ripartiti su 1.700 km da nord a sud. La sua produzione di 20 milioni di ettolitri pone l'Argentina al 5° posto mondiale, almeno per la quantità.
La qualità non è all'altezza della quantità : sono rare le aziende che cercano di fare vini di qualità. Solamente il 5% della produzione è destinato all'esportazione.
Il sistema di qualità Argentino non prevede leggi e norme rigide come quelle, per esempio, adottate di molti paesi Europei. Il sistema non prevede leggi specifiche relativamente alle specie di uve permesse e nemmeno alla definizione delle regioni vinicole, indicazioni sulla coltivazione delle viti e procedure sulla vinificazione. Di fatto, esiste un organo di controllo ufficiale, l'Instituto Nacionale de Vitivinicultura, ma il suo scopo è unicamente di controllare la produzione dell'uva e l'esportazione del vino. La qualità è pertanto delegata ai singoli produttori che stabiliscono norme proprie e che adottano per i loro vini. Va comunque osservato che ci sono stati dei tentativi di stabilire delle vere e proprie leggi vinicole, incoraggiati anche da alcune industrie enologiche del paese, ma che non hanno portato a nessun risultato concreto. L'unica norma che attualmente regola la produzione di vino in Argentina riguarda l'etichettatura: nel caso in cui la varietà dell'uva è riportata in etichetta, il vino dovrà essere prodotto con almeno l'80% dell'uva indicata.
Come in altre zone, c'è ancora una certa confusione sull'identità dei vitigni : il così detto riesling è spesso del sylvaner, il cabernet sauvignon non lo è sempre...
La produzione di vino in Argentina è prevalentemente concentrata sulle regioni che storicamente si sono sempre occupate di questa attività e che si trovano nella parte occidentale del paese a ridosso delle Ande. Le regioni vinicole più importanti del paese sono Mendoza, San Juan, La Rioja e Salta, di cui Mendoza rappresenta quella più importante e più conosciuta. A queste regioni si aggiungono altre zone minori, fra cui Jujuy e Catamarca, vicino a Salta, e il Río Negro, la regione vinicola più a sud del paese. Mendoza è la regione vinicola più importante dell'Argentina e circa il 70% della produzione totale del paese proviene da questa regione. Mendoza include due importanti sottozone: Luján de Cuyo e Maipú. L'uva più celebre della regione, ma anche dell'Argentina, è il Malbec, un'uva tipica di Bordeaux, e che in questa zona è capace di produrre eccellenti vini. La zona che ricopre maggiore importanza dopo Mendoza è San Juan, tuttavia il suo clima più caldo non favorisce una buona qualità delle uve. La Rioja è la regione che si considera come la più antica del paese ed è qui che si producono i migliori vini d'Argentina da uva Torrontés, probabilmente l'uva a bacca bianca che produce i migliori vini bianchi del paese. Fra le altre zone, Salta ricopre un posto di rilievo per la produzione dei suoi vini bianchi, sempre prodotti con Torrontés. Più a sud troviamo la regione di Río Negro, che grazie al suo clima più fresco, produce prevalentemente vini bianchi e vini spumanti.
Le zone più produttive sono quindi le seguenti: