Introduzione
Le condizioni climatiche estreme, caldo e siccità, impongono l'irrigazione in certi vigneti fornitori dei grossi battaglioni di vini ordinari. Una buona parte delle viti delle regioni più calde serve a fare delle acquaviti e dei vini fortificati. Ma l'Australia si rivolge sempre più verso le sue regioni a clima fresco o temperato, e queste forniscono un buon numero di eccellenti vini, di cui alcuni di classe mondiale.
Malgrado tutto, anche sotto un clima temperato, gradi alcolici di 13 - 13,5° sono comuni, e numerosi vini raggiungono i 14°. Questo alto tenore in alcol non è un'esclusività australiana, ma è abbastanza notevole che tali vini non siano sbilanciati per tale motivo.
A parte il clima, le differenze più importanti con l'Europa sono imputabili alla gioventù del paese.
La viticoltura australiana non ha come il nostro due millenni di tradizione : è iniziata appena da un secolo e mezzo. Come altri paesi del Nuovo Mondo, l'Australia apprende rapidamente e progredisce a passi da gigante. Verso la metà degli anni 80, i vitigni nobili contavano solamente per un terzo nella superficie vitata totale; oggi occupano due terzi della superficie viticola, e la loro progressione prosegue. L'Australia adesso sa perfettamente quali climi convengono a quali vitigni, ma l'adeguamento dei vitigni e dei suoli può essere ancora largamente migliorato.
Infine, questo continente non ha niente da invidiarci sul piano tecnico, e nasconde un potenziale considerevole di miglioramento qualitativo la cui evidenza esploderà man mano che sempre più viticoltori si assoggetteranno a moderare i rendimenti.
Il Sistema di Qualità Australiano
A differenza degli altri paesi produttori di vino del mondo, l'Australia non prevede alcun sistema di produzione di qualità regolamentato da norme e leggi. Non esistono, al momento attuale, norme che indicano ai produttori quali uve sono permesse per la produzione di determinati vini, delimitazioni geografiche di aree o pratiche enologiche e viticolturali consentite. Per rendere chiaro il concetto, non esistono disciplinari di produzione come sono in vigore, per esempio, in Francia (AOC), in Italia (DOC) o negli Stati Uniti d'America (AVA).
In realtà, l'esigenza di creare un sistema di produzione di qualità legalmente istituito e riconosciuto emerse circa 40 anni fa, i primi tentativi risalgono al 1963 circa, ma a tutt'oggi non esistono indicazioni e disciplinari che regolamentano la produzione. Tuttavia in Australia è in vigore un sistema che definisce e impone direttive che devono essere applicate nella compilazione delle etichette. Questo sistema, che prende il nome di LIP, (Label Integrity Programme) è regolamentato dall'Australian Wine and Brandy Corporation che ha inoltre il compito di definire e regolamentare, il processo di definizione del sistema è ancora in via di definizione, le zone di produzione vitivinicola dell'Australia. Questo sistema impone ai produttori che le etichette dei loro vini devono essere composte e strutturate in modo tale da fornire delle indicazioni specifiche ai consumatori, relativamente al vino contenuto nella bottiglia. Per la corretta valutazione del vino Australiano si rende quindi necessaria la conoscenza delle indicazioni riportate nelle etichette e il modo in cui queste vanno interpretate.
* Se nell'etichetta è riportato il nome dell'uva con cui si è prodotto il vino, almeno l'85% dovrà essere prodotto con l'uva indicata
* Se nell'etichetta è riportato il nome della zona di produzione, almeno l'85% del vino dovrà essere prodotto nella zona indicata
* Se nell'etichetta è riportato l'anno della vendemmia, la percentuale minima di vino prodotto in quella specifica annata dovrà essere di almeno il 95%
* Nel caso in cui un vino sia prodotto con più uve, queste vanno indicate nell'etichetta per ordine di quantità e in senso decrescente. Se, per esempio, nell'etichetta si troverà scritto “Cabernet Sauvignon-Shiraz”, significa che il vino è prodotto con le uve indicate, di cui il Cabernet Sauvignon costituisce la percentuale maggiore. L'esatta percentuale di composizione della miscela deve essere inoltre riportata fra le indicazioni dell'etichetta, spesso, viene specificato nel retro etichetta. Lo stesso principio si applica anche a vini che riportano in etichetta più di una zona
Va inoltre osservato che nelle etichette dei vini Australiani possono anche apparire dei nomi di fantasia, o aziendali, attribuiti ai vini, spesso si trovano sia nomi di fantasia, sia la composizione delle uve. Un'altra consuetudine che si ritrova nelle etichette dei vini Australiani è la frequenza con cui appare la dicitura “Bin” seguita da un numero. Questa consuetudine, che probabilmente ha avuto inizio nei primi anni del 1930, indicherebbe in realtà il numero del contenitore (bin in inglese ha proprio questo significato) dove è stato conservato il vino prima dell'imbottigliamento. Il sistema di numerare i contenitori era praticato dai produttori in modo da avere traccia dei vini prodotti nelle varie annate, così come dei vari assemblaggi o uvaggi che venivano realizzati nella cantina oltre a particolari vini prodotti in determinate zone o vigneti. Il numero, in pratica, identificava un determinato vino prodotto in un determinato anno e con un determinato metodo. Questo sistema è oramai divenuto consuetudine fra i produttori Australiani tanto da essere ancora utilizzato e, ancora oggi, moltissimi vini Australiani riportano in etichetta la dicitura Bin seguita dal numero con cui sono da sempre conosciuti.
Zone di produzione
La produzione vinicola dell'Australia è praticamente incentrata nella zona meridionale, in particolare nei territori del Nuovo Galles del Sud, Victoria e Australia Meridionale, quest'ultima è da considerarsi come la zona più importante e più produttiva del paese. La maggioranza della produzione è realizzata dalle attivissime e fiorenti aziende vinicole che si trovano in prossimità delle città di Sydney, Canberra, Melbourne e Adelaide. Il resto della produzione, con quote decisamente più modeste, è realizzato in Tasmania e nell'Australia Occidentale, nei pressi di Perth. Si registra inoltre una produzione piuttosto marginale anche nelle aree del Queensland e nei territori settentrionali.
Una delle caratteristiche che contraddistingue l'enologia e la viticoltura Australiana, è il massiccio impiego di tecnologie, dalla vigna fino alla cantina. Le vendemmie, così come gli altri lavori in vigna, sono in genere meccanizzate, raramente i produttori raccolgono le uve manualmente, forse, per mancanza di personale, e i processi di vinificazione sono condotti secondo le più avanzate tecnologie. Quello che emerge è lo spirito di adattamento e di sperimentazione degli Australiani, forse, più che in ogni altro paese, qui si da libero spazio alle idee e alla sperimentazione, sia in vigna sia in cantina, e spesso i risultati vengono perfino adottati dalle industrie vinicole di altri paesi.
In Australia si producono sia vini bianchi sia vini rossi, con una maggiore percentuale a favore dei bianchi, oltre ad una discreta quantità di vini spumanti e vini fortificati. Le uve bianche più coltivate in Australia sono lo Chardonnay, il Riesling e il Sémillon (che qui viene scritto some Semillon), mentre le uve a bacca rossa più coltivate sono il Cabernet Sauvignon e il Syrah (che in Australia, oltre che nel Sud Africa, viene chiamato Shiraz). Senza ombra di dubbio i migliori risultati dell'enologia Australiana sono rappresentati dallo Chardonnay, per i vini bianchi, e dallo Shiraz per i vini rossi. Altre uve a bacca bianca coltivate in Australia, seppure in quantità decisamente più modeste, sono il Muscadelle, il Muscat Blanc à Petits Grains, il Muscat Gordo Blanco (nome con cui è noto in Australia il Moscato d'Alessandria), il Palomino e il Pedro Ximénez (utilizzati prevalentemente per i vini fortificati), il Sauvignon Blanc e il Verdelho. Fra le altre uve a bacca rossa troviamo invece la Grenache, Merlot, Mourvèdre e il Pinot Nero.