Una esportazione in pieno sviluppo
Il Cile, oltre ad essere considerato il più importante paese vinicolo del Sud America, è anche storicamente considerato fra i primi paesi dell'emisfero meridionale dove si è iniziata coltivazione dell'uva. Dopo un lungo periodo di decadenza, il Cile ha orientato la propria produzione vinicola sulle varietà cosiddette internazionali riuscendo a creare con queste uve vini che presentano caratteristiche tali da essere considerati tipici. Una curiosa caratteristica del Cile è l'assenza di certe malattie della vite, che in altre parti del mondo hanno commesso veri e propri scempi, come la temibile fillossera e la peronospora. La ragione di questa “immunità”, pare sia dovuta all'ottima e naturale barriera offerta dalla catena montuosa delle Ande e dall'Oceano Pacifico, condizioni che hanno impedito a questi “flagelli” di penetrare all'interno del paese.
Indubbiamente, il Cile esporta i migliori vini sudamericani. Da qui a concludere che produce solo buoni vini, ce ne passa : il vino destinato al consumo locale, ancora largamente costituito dal país introdotto dal 1548 dai missionari spagnoli, è del tutto anonimo : conseguenza, sembra, di un mercato locale poco esigente.
I buoni vini cileni sono quindi destinati all'esportazione, e concepiti in funzione della domanda, che è esplosa nel corso dell'ultimo decennio : il volume esportato si è moltiplicato per dieci volte in dieci anni, passando da 40 milioni di litri nel 1990 a circa 400 milioni nel 2000.
Oltre che ai paesi confinanti col Cile, la domanda proviene ormai da circa trenta paesi dei due emisferi. Tuttavia, essendo gli USA i principali amatori, i vini da esportazione si situano soprattutto nella categoria dei buoni vini da monovitigno senza grandi pretese.
Per tradizione, il Cile ha sempre privilegiato i vini rossi. Facili per i loro tannini molto morbidi, piacevoli per il loro fruttato pronunciato, i rossi cileni presentano un buon rapporto qualità/prezzo. Il cabernet tipico è un vino di consumo corrente, relativamente poco tannico ma ricco in aromi di ribes e marmellata di frutta. Oggi, il rosso è largamente dominante, ma il bianco progredisce - sia in qualità che in quantità - sotto l'effetto della domanda internazionale.
Il Sistema di Qualità Cileno
Sul sistema di qualità del vino Cileno, ad onore del vero, non c'è molto da dire, nel senso che, come gli Stati Uniti d'America, non ha un sistema rigido di leggi che stabiliscono, per esempio, quali varietà di uve possono essere coltivate in determinate zone o le modalità di vendemmia e di vinificazione. Tuttavia nel 1995 furono introdotte nuove leggi che principalmente riguardano la definizione di regioni vitivinicole e delle loro sotto zone, così come norme da seguire nell'etichettatura delle bottiglie. Il “sistema” fu sviluppato dal Ministero dell'Agricoltura in collaborazione con i produttori.
In particolare il sistema stabilisce quanto segue:
* Se un vino menziona in etichetta la regione di provenienza, almeno il 75% delle uve devono provenire dalla regione indicata
* Se un vino menziona in etichetta l'uva con cui è fatto, il vino deve essere prodotto con almeno il 75% dell'uva indicata
* Se un vino menziona in etichetta l'annata di vendemmia, almeno il 75% del vino deve appartenere alla vendemmia indicata
Grandi aziende
Se i vigneti sono suddivisi tra numerose piccole proprietà, il vino viene dalle grandi aziende, autoctone o filiali di gruppi stranieri. Questi ultimi sono soprattutto californiani, ed alcuni di origine francese o spagnola.
A partire dal 1990, con la liberalizzazione del regime politico che favorisce gli investimenti, sono nate nuove piantagioni. Le grandi case hanno diversificato le loro fonti di approvvigionamento, cercando i terreni, i climi ed i vitigni più adatti.
Il numero degli esportatori aumenta rapidamente : nel 1988, si contavano sulle dita delle due mani; oggi, invece, se ne contano più di un centinaio, alcuni dei quali sono giunti rapidamente alle prime posizioni.
Le principali regioni viticole
Occorre valutare la situazione geografica molto speciale del Cile: cinto dal deserto di Atacama a nord, le Ande ad est, l'Oceano Pacifico ad ovest e l'Antartico a sud, beneficia di un felice isolamento sanitario che gli ha permesso di essere risparmiato dalla fillossera.
Nastro lungo 4.200 chilometri da nord a sud, ma largo di solamente 100 a 330 chilometri a seconda dei luoghi, il Cile è la sede di condizioni climatiche di un'estrema diversità: mentre il deserto di Atacama è uno dei luoghi i più caldi ed aridi del pianeta, mentre i ghiacciai della Patagonia sono piovose al massimo.
I vigneti che c'interessano si raggruppano ad una distanza media da questi due estremi, nelle regioni a clima temperato, simile a quello del sud della Francia per la temperatura, sebbene molto più arido.
La regione più densa in vigneti si stende dalla valle dell'Aconcagua, a nord di Santiago, alla valle del Maule, 500 chilometri più a sud. Questa è prolungata dalle zone viticole dei bacini dell'Itata e del Bío-Bío, regioni più fresche.